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qualità
tecnica:

un percorso robusto e fattibile

L’avvio della regolazione della qualità tecnica consentirà di superare l’approccio da quotidiana “emergenza” e ristabilire una strategia d’azione incardinata sulla pianificazione degli interventi. Un percorso nel quale occorre definire le grandezze, stabilire i criteri di misurazione e stima, selezionare gli indicatori più significativi.

il ruolo della qualità tecnica nella pianificazione degli investimenti

L’infrastruttura
idrica ha bisogno di
una migliore
pianificazione che deve
essere orientata al
perseguimento di
obiettivi di qualità
tecnica

Regolare la qualità tecnica del Servizio Idrico Integrato è un passaggio fondamentale in un’ottica di pianificazione degli interventi, soprattutto dal momento che gli investimenti programmati sembrano ancora inadeguati a rispondere alle esigenze di ammodernamento e sviluppo della infrastruttura idrica italiana.
Le temperature elevate e la forte riduzione delle precipitazioni hanno causato in questo 2017 situazioni diffuse di scarsità idrica, testimoniando un fabbisogno emergente di approvvigionamento primario, la cui portata non è peraltro ancora pienamente nota. Alcuni dati possono aiutare a riassumere il ritardo infrastrutturale. Il 36% della rete di acquedotto ha un’età compresa tra i 31 e i 50 anni e il 22% è caratterizzato da un’età addirittura maggiore di 50 anni. La situazione si fa allarmante se pensiamo che solo un limitato numero di gestori, che servono appena il 36% della popolazione, è stato in grado di documentare l’età delle reti, lasciando intendere che lo stato delle infrastrutture idriche nel Paese può essere ancora più critico di quanto sino ad oggi noto e fotografato dalle statistiche rese disponibili. Se ci soffermiamo sull’acquedotto, posto sotto stress proprio durante la siccità della scorsa estate, emerge come oltre il 90% di tutti gli interventi ad esso dedicati siano non programmati, a dimostrazione che il settore è “prigioniero” di azioni di natura straordinaria, destinate alla riparazione di guasti e rotture e non allo sviluppo e alla messa in sicurezza del sistema.

Troppo spesso gli interventi sono una risposta all’emergenza e non il frutto di una programmazione

Una situazione deficitaria che trova conferma nei valori molto contenuti dei tassi di sostituzione delle reti, inferiori a quelli ritenuti necessari per il corretto ripristino delle infrastrutture: il tasso annuo di rimpiazzo risulta pari a 0,42%, un ritmo di cinque volte inferiore a quanto necessario, cioè coerente con una vita utile di 50 anni. In termini di spesa, la convergenza ai ritmi di sostituzione auspicati richiederebbe un esborso di circa 1,2 miliardi/anno in più (attualmente si spendono circa 300 milioni di euro/anno). Una delle principali conseguenze è un elevato livello di perdite, pari complessivamente al 42% dei volumi in ingresso in distribuzione1. Se questo è il quadro poco lusinghiero sul versante dell’approvvigionamento, la situazione appare quasi paradossale considerato che le aree con maggior fabbisogno di investimento si concentrano nella depurazione (29% di interventi pianificati) e nella fognatura (25% degli investimenti previsti), ovvero in quei segmenti che sono oggetto di procedure di infrazione per mancato adempimento degli obblighi derivanti alla normativa comunitaria in materia di trattamento delle acque reflue.

Regolare la qualità tecnica può aiutare nel guidare le scelte e nel definire le priorità di intervento

Urge dunque un ritorno alla pianificazione che non può prescindere dall’introduzione di una regolazione della qualità tecnica, fino ad oggi mancante, che con l’individuazione di parametri e grandezze sappia guidare le priorità, gerarchizzando gli impieghi delle risorse e che, con un adeguato sistema di premi/penalità, possa inoltre incentivare un percorso di crescita e convergenza, tenendo conto anche di obiettivi da perseguire in termini di efficienza energetica che permettano di cogliere i benefici derivanti dall’adozione di nuove tecnologie di automazione industriale.

Per ciascuna delle caratteristiche essenziali si può sviluppare un insieme di indicatori essenziali

A titolo esemplificativo, con riferimento alla prima delle caratteristiche essenziali, ovvero la qualità della risorsa idrica “in entrata e in uscita”, che nelle intenzioni di AEEGSI rappresenterebbe oltre che una priorità imprescindibile anche il prerequisito per accedere agli eventuali meccanismi di premialità, occorrerà selezionare indicatori in grado di valutare:
Le caratteristiche di potabilità dell’acqua fornita all’utenza, oltre a quanto già postulato dalla normativa nazionale;
Le caratteristiche qualitative delle acque reflue (concentrazione di inquinanti) che vengono scaricate, migliorative rispetto a quanto imposto dalla legge;
Le caratteristiche qualitative dei fanghi risultanti dall’attività di depurazione che in base al loro destino (recupero di risorse o smaltimento finale) possono essere classificati come sottoprodotti o come rifiuto;
Gli effetti dell’attività di depurazione sull’ambiente, in termini di emissioni, incluse quelle odorigene, aspetto quest’ultimo che assume particolare rilevanza nel caso di impianti di trattamento localizzati nei centri urbani.

Un indicatore fondamentale è il rapporto tra il numero di casi di superamento dei limiti e i casi in cui i limiti sono invece rispettati (una % di osservanza).
In base ai riscontri di conformità, l’Autorità potrà valutare se il gestore di servizio idrico dovrà implementare misure migliorative al fine di assicurare:
Un più adeguato controllo territoriale (ad esempio sulle reti di acquedotto e fognatura, sugli scarichi delle aziende e sugli scaricatori di piena);
Un migliore presidio (analisi) sulla qualità delle acque alla presa, nelle reti di adduzione e di distribuzione, nei potabilizzatori e nei depuratori.
L’implementazione di queste misure è un’operazione strategica, che riserva difficoltà derivanti dalla eterogeneità dei bacini serviti, sia per caratteristiche geografiche, urbanistiche, di vocazione produttiva e di estensione territoriale. Analogo discorso può essere impostato per gli indicatori legati agli aspetti della quantità della risorsa, dell’efficienza energetica e della gestione di sottoprodotti o rifiuti.

Tutte le risorse appena citate e l'articolo di questa pagina riporta un'articolo di laboratorio ref. ricerche, nel quale di seguito vi rilasciamo il documento originale da loro pubblicato

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